Siamo in molti a temere che le pacchianate
berlusconiane catturino fasce di elettorato.
Ricordo che, quando Berlusconi promise, tra l’altro, un milione di posti di
lavoro, il Professore Antonio Guarino, su Il Mattino, ipotizzò che qualcuno (forse
Ferrara) gli avesse suggerito di fare come
Cicerone, al quale il fratello aveva consigliato di : “Promettere, promettere, promettere”.
Gli ingenui lo avrebbero creduto e sostenuto ,
poi, sarebbe stato facile giustificare il non aver realizzato quanto promesso.
In questa campagna elettorale, Berlù ( chiamato
dai suoi compagni di gioventù usa e
getta) ha moltiplicato per quattro quelle
promesse.
Il popolo gli darà credito?
Quando avverto la sottovalutazione della
“simpatia” provocata, anche in uomini con
un passato di sinistra, dalle minchiate berlusconiane, mi preoccupo e mi domando:
1) Perché, dopo decenni di democrazia e di
pedagogia ideologica, il popolo è ancora preda del primo ciarlatano?
2) Cosa hanno insegnato le forze politiche di
massa, nel corso degli anni?
3) Come mai, gli intellettuali e i missionari
dell’ex PCI, dell’ex DC e dell’ex PSI non hanno fatto diventare le masse,
educandole, refrattarie al populismo
e alla demagogia?
Ci vorrebbe un Saggio per spiegare l’inutilità dei sermoni politico-sociologici
dei professori delle Frattocchie, la frazione del Comune di Marino, sede della
scuola per dirigenti del PCI, delle
Sagrestie e degli ingredienti ammanniti,
negli anni passati.
Se, nel terzo millennio, tra il popolo esistono
ancora milioni di ingenui e moltissimi “moralisti immorali”, di chi è la colpa?.
Berlusconi sa che il senso civico non appartiene a una gran parte degli italiani, nella quale c’è chi aspetta
di vedere condonati i suoi reati.
Sa pure che non è vero che le bugie hanno le
gambe corte (Sartori e De Filippo) e, se ripetute molte volte, possono apparire
verità. Spesso mi domando:
· Chi doveva preparare il popolo alla cultura del buon
governo e del bene comune?
· Chi doveva far capire che l’edilizia non può crescere a
dismisura e illegalmente, distruggendo una risorsa primaria, come il territorio
agricolo o turistico.
· Come mai, cose, nate all’insegna della cooperazione, si
sono trasformate in attività affaristiche e capitalistiche (UNIPOL e Coop)?
· Perché la “morte” delle ideologie ha trascinato all’ombra
dei cipressi anche i valori e tutto è diventato lecito?
· Perché i partiti (volutamente in piccolo) hanno abbandonato la responsabilità di dover dare
buoni esempi, diventando fabbriche di
cattivi esempi?
Alla fine, la moneta cattiva ha espulso quella buona. E la
giostra continua. Non parliamo dei
sindacati. Mi vado convincendo che
dobbiamo ringraziare Grillo, Monti e la Merkel , se Berlusconi non prevarrà.
Avellino, 16.2.2013 Luigi Mainolfi
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