I misteri del cognato di Tremonti
Beltrametti e la gestione di un patrimonio di oltre 50 milioni - Milena Gabanelli e Sigfrido Ranucci
«Ho seminato delle piantine che stanno crescendo bene: una di thè verde e una di thè nero», dice al telefono Massimo Ponzellini,
dall’altro capo del filo risponde Giovanni Tremonti: «Che bisogna tener
d’occhio». Cosa avranno voluto dirsi lo sapranno loro.
Noi però ci siamo incuriositi, e cercando di capire quali potessero essere i legami fra Ponzellini e il giovane Tremonti salta
fuori che il figlio dell’ex ministro, 26 anni, di professione studente,
possiede un patrimonio immobiliare di circa 10 milioni di euro.
Giovanni condivide parte del patrimonio con la sorella Luisa; ad amministrare i loro beni è lo zio materno, l’ingegner Felice Beltrametti, attraverso la società Nitrum. Ma Beltrametti è soprattutto l’amministratore della Generale Gestioni, che ha in pancia 133 unità immobiliari (che includono 83 appartamenti, locali commerciali, capannoni), oltre a 62 ettari di terreno. Un patrimonio stimato dall’Agenzia del Territorio di oltre 50 milioni di euro, terreni esclusi.
Il cognato dell’ex ministro è anche proprietario del 10% di questo grande patrimonio, il restante 90% è in mano alla Assiral Finance, un’anonima svizzera domiciliata nella periferia di Friburgo.
Giovanni condivide parte del patrimonio con la sorella Luisa; ad amministrare i loro beni è lo zio materno, l’ingegner Felice Beltrametti, attraverso la società Nitrum. Ma Beltrametti è soprattutto l’amministratore della Generale Gestioni, che ha in pancia 133 unità immobiliari (che includono 83 appartamenti, locali commerciali, capannoni), oltre a 62 ettari di terreno. Un patrimonio stimato dall’Agenzia del Territorio di oltre 50 milioni di euro, terreni esclusi.
Il cognato dell’ex ministro è anche proprietario del 10% di questo grande patrimonio, il restante 90% è in mano alla Assiral Finance, un’anonima svizzera domiciliata nella periferia di Friburgo.
L’Assiral non ha uffici, né impiegati, ma solo un indirizzo presso la Fidutrust, anche questa anonima.
Secondo Claude Brodard, fiduciario della zona, la vera convenienza
nell’aver scelto Friburgo come sede, «non è tanto negli aspetti fiscali,
quanto nel fatto di non far sapere chi è il reale proprietario degli
immobili» e di conseguenza nessuno può andare a chiedere dove e come
sono stati presi i soldi per comprarli.
Incrociando i dati negli archivi
svizzeri, si scopre che l’amministratore unico dell’Assiral Finance è un
manager che lavora a Lugano, si chiama Corrado Coltella. In
passato ha lavorato per una società americana specializzata in sistemi
di sicurezza, e oggi, oltre a figurare in diverse strutture anonime, è
anche il proprietario di una società che produce sanitari. Il signor
Coltella con noi ha preferito non parlare, ma lui sicuramente sa chi è
il proprietario del patrimonio immobiliare amministrato dal cognato di
Tremonti.
Il fatto curioso è che Beltrametti ci
dice di non sapere chi sia questo Coltella, anche se stanno insieme in
un’altra società anonima svizzera, la Nextia, che in Italia si occupa di ristrutturazioni e installazioni di pannelli solari.
Beltrametti ignora anche i nomi dei suoi soci svizzeri dell’Assiral, per conto dei quali amministra 50 milioni di euro in immobili. Ma scavando tra le carte del catasto qualche anomalia si trova.
Beltrametti ignora anche i nomi dei suoi soci svizzeri dell’Assiral, per conto dei quali amministra 50 milioni di euro in immobili. Ma scavando tra le carte del catasto qualche anomalia si trova.
Nell’89, quando Beltrametti era già amministratore della Nitrum, in società con la sorella Fausta, moglie di Tremonti, accade che
un’anonima svizzera di nome Gilbris svolge un’operazione di
compravendita immobiliare usando lo stesso codice fiscale della Nitrum.
È una semplice coincidenza? Un errore dell’impiegato del catasto? Sta di fatto che sette anni dopo a diventare amministratore unico della Gilbris (che nel frattempo ha cambiato nome in Securalarm, anche questa anonima) è lo stesso Corrado Coltella amministratore unico dell’Assiral, l’anonima proprietaria del 90% dell’impero immobiliare gestito proprio da Beltrametti.
L’ingegnere però non ricorda neppure con quanti degli immobili ereditati dai genitori è entrato nella Generali Gestioni, né chi erano i suoi soci in quel momento. È anche vero che quando ti occupi di una decina di società italiane, e siedi nei cda di altre svizzere, può essere complicato ricordare il nome dei tuoi soci.
È una semplice coincidenza? Un errore dell’impiegato del catasto? Sta di fatto che sette anni dopo a diventare amministratore unico della Gilbris (che nel frattempo ha cambiato nome in Securalarm, anche questa anonima) è lo stesso Corrado Coltella amministratore unico dell’Assiral, l’anonima proprietaria del 90% dell’impero immobiliare gestito proprio da Beltrametti.
L’ingegnere però non ricorda neppure con quanti degli immobili ereditati dai genitori è entrato nella Generali Gestioni, né chi erano i suoi soci in quel momento. È anche vero che quando ti occupi di una decina di società italiane, e siedi nei cda di altre svizzere, può essere complicato ricordare il nome dei tuoi soci.
Felice Beltrametti dal 1994 è anche presidente della Veco Business Service, un’altra anonima con sede a Lugano,
che ha un oggetto sociale poliedrico: dall’organizzazione conferenze e
congressi all’offerta di domicilio e ospitalità alle società anonime.
Nel consiglio di amministrazione della Veco, a fianco di Beltrametti,
c’è sempre Corrado Coltella, e fino al 1997 troviamo anche Stefano
Camponovo, di professione fiduciario.
Beltrametti però questo nome non lo ricorda.
Stefano Camponovo fino al 2009 è stato nel Cda di un’altra fiduciaria,
crocevia di varie indagini della Procura di Milano: la Doge Sa. I magistrati se ne sono occupati per una maxi evasione fiscale emersa
nell’ambito dell'inchiesta sul crac Italtease. La Doge è poi finita
nelle carte dell’inchiesta che ha coinvolto l’ex tesoriere della Lega
Nord, Francesco Belsito.
Nel 2008 Belsito (all’epoca membro del
cda Fincantieri) si rivolge alla Doge per consulenze finalizzate alla
creazione di società all’estero dove trasferire denaro dall’Italia.
Dalle indagini sui conti dell’ex tesoriere emerge che Belsito
effettuava versamenti di denaro alla Lega giustificandoli come fondi
personali destinati ad “alimentare le casse del partito”. Gli
investigatori si erano insospettiti perché avevano riscontrato che quei
versamenti fatti da Belsito erano superiori ai suoi redditi. Le indagini
condotte in quegli anni sul tesoriere e sulla Doge, pur suscitando
perplessità, non si conclusero con ipotesi di reato. Quattro anni dopo, i
magistrati della Procura di Milano scoprono che Belsito reinvestiva in
Tanzania i soldi pubblici che arrivavano alla Lega.
Stativi buoni
Roy
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