Statti buono, silviuccio.
Roy
E’ stomachevole vedere come conducono la campagna elettorale a Milano e Napoli.
I candidati si confrontano a colpi d’insulto con un’acredine che sconfina nel patologico, e l’attesa di un risultato positivo ad ogni costo sa tanto di criminale: quale potrebbe essere la ragione tanto agognata se non quella di ritrovarsi fra le mani un tesoro su cui far man bassa…? Tutto questo amore per le città che governerebbero mi pare stantio ed anzi, nel caso della Moratti a Milano, non ricordo che la signora abbia fatto gran ché; anzi in un’occasione particolare come quella della neve dell’inverno 2010 in cui i milanesi rimasero prigionieri molti giorni per un evento ampiamente annunciato, seppe solo dire che aveva fatto quanto facevano in altre città europee…! Ma il gioco vale la candela, il figlio ‘batman’ deve ancora risolvere l’abuso edilizio, e poi chissà quanti affari sospesi, e quanti progettati. Sono incredibili, e noi andiamo a reggere il sacco a questi banditi, li sosteniamo e condividiamo le loro malefatte, salvo poi pentircene quando è troppo tardi. Pisapia, detto zeppulella, ha pensato alle moschee ed altre stronzate che nulla interessa al milanese che si confronta con la disoccupazione o una pensioncina da € 350,00: che volete, la sinistra non si impressiona davanti alla povertà, basta la salute, purchè capiti agli altri. L’osannato Romano Prodi, salvatore della patria dal despota Berlusconi, si affrettò a fare donazioni gratuite ai figli prima che entrasse in vigore la legge abrogativa che di lì a poco avrebbe proposto lui. Oggi purtroppo non possiamo goderci un tale campione che vive con la sua pensioncina di € 600.000,00 mensili. Lettieri a Napoli, grande affossatore operaio accusa per non essere accusato; il buon De Magistris dopo aver chiuso, con tragici errori, aziende per sospetta collusione mafiosa, mandando a casa lavoratori incolpevoli, utilizza in Europa l’immunità parlamentare per tre volte, mentre in Italia combatte con il suo emulo, Di Pietro, contro la stessa scappatoia. Insomma fate un po’ voi.
Stativi buoni.
Roy
Sono stanco di essere usato. Da cittadino sottoposto al sopruso delle illazioni politiche, da ogni parte, destra, sinistra o centro, mi ribello e mi rendo conto che quando si prendono le parti di qualcuno di questi indecenti venditori di fumo, scadiamo inequivocabilmente nel ridicolo. Tutti tirano l’acqua al proprio mulino: i più indecenti al momento mi sembrano quelli di sinistra. Questi sono i più scalmanati perché si rivestono, senza che nessuno lo pensi, di un candore che evidentemente li rasserena e gli rende più sopportabile il peso dei peccati. Nessuno può immaginare che Silvio Berlusconi non abbia fatto affari opinabili, che non abbia ‘spinto’ per ottenere risultati; ma che debba essere crocifisso ogni giorno della sua vita, mentre altri, certamente non inferiori a nessuno per malefatte, saltellino di qua e di là con l’aureola, mi pare ingiusto. Berlusconi è un perseguitato politico. Chiunque lo neghi è intellettualmente disonesto. Lo è, per esempio, il senatore Anna Finocchiaro che, ammantata di non so quale grazia divina, spara sul cavaliere sempre con un’aria da prima della classe, unta dal Signore. Lo è il giornale ‘La Repubblica’ che lo perseguita e dimentica, per esempio, che D’Alema al momento si trova in uno stretto corridoio di illegalità: non un articolo, e se pure, nascosto bene. Lo sono tutti i contrari a Silvio nostro, con acredine e cattiveria. Io non mi sento vicino al Governo che, credo, a parte qualcosa, abbia operato male; ma mi sento ancora più distante da un Bersani e soci che hanno solo riversato odio e sberleffi senza proporre nulla: ci viene data l’alternativa Vendola che nella sua regione non ne ha azzeccata una. E allora….?
Stativi buoni.
Roy
Quanti eroi in Italia: ci siamo sempre distinti per la codardia del tradimento, ma in tempo di pace, tutti eroi.
I magistrati che vengono uccisi sono eroi, pertanto chi vivrà, resterà per sempre un…nessuno.
Non capisco perché chi fa il proprio lavoro, retribuito anche largamente, e muore per un atto criminoso, diventa un eroe, mentre se un operaio che va a pulire una cisterna, per uno stipendio da fame, muore, sempre per una mancanza criminosa, non ha dignità d’eroe.
Non voglio sminuire l’azione di nessuno, ma non credo che fare il proprio lavoro, specialmente per chi ha la fortuna d’averlo ed oltremodo retribuito, nella disavventura violenta possa essere paragonato a chi sa lottare fino al cosciente sacrificio di sé. La coscienza del sacrificio indica che la morte è certa, non casuale o accidentale. Non credo che il magistrato che si trova in zone difficili, che si avvale di scorta e di ogni possibilità di salvaguardia della propria incolumità, quando va al lavoro, ogni mattina, pensa che stia andando incontro alla morte: e le famiglie che vengono coinvolte suo malgrado? Come definire colui che mette a repentaglio la sicurezza dei familiari senza che questi lo accettino? E se pure, chi ci dà il diritto di rischiare la vita degli altri?
Questo è un paese strano, ma proprio strano.
Stativi buoni.
Roy
La morte di Bin Laden ci viene annunciata oggi, dopo una settimana dalla presunta azione delle truppe scelte americane in Pakistan ad Islamabad.
La foto che viene messa sul web non ha nulla di certo, anzi molti sostengono essere un’elaborazione grafica al computer, il cadavere gettato in mare: ma insomma dove sono le prove dell’effettiva eliminazione del terrorista? E poi, tanta gioia per un omicidio, bè certo ha creato molta sofferenza ma per ucciderlo abbiamo distrutto altre vite di militari, civili e quel che più fa male, bambini.
La giustizia nell’accezione comune fa acqua, coloro che inneggiano non hanno tanta umanità, il sollievo generato da un altro omicidio non lo capisco appieno né tantomeno lo condivido, anzi mi domando: quante vite valeva quella del capo di Al Qaeda?